Economia Aziendale - " LA GESTIONE AZIENDALE ED I SUOI MOMENTI TIPICI "

LA GESTIONE AZIENDALE ED I SUOI MOMENTI TIPICI


La gestione è rappresentata dall'insieme di operazioni compiute dal fattore umano sul capitale e l'operazione è l'unità elementare dell’attività di gestione.

La gestione di ogni azienda è scomposta in tre fasi:

1. La fase dell'approvvigionamento comprende le azioni mediante le quali si acquisiscono i diversi fattori produttivi necessari per lo svolgimento dell'attività. I fattori produttivi possono essere: materiali, immateriali e servizi. Tra i fattori produttivi vi è il denaro che rappresenta il fattore produttivo generico, la cui disponibilità costituisce precondizione per l'acquisizione di tutti gli altri.

2. La fase della trasformazione/produzione comprende le operazioni attraverso le quali vengono impiegati i fattori produttivi specifici per ottenere prodotti o servizi che saranno, poi, oggetto di scambio sul mercato di sbocco. La produzione va intesa come creazione di utilità economica; l'attività aziendale si giustifica se il valore dei risultati conseguiti (output) è superiore al valore dei fattori impiegati e consumati per ottenere tali risultati (input).

3. La fase dello scambio comprende tutte le operazioni attraverso le quali l'impresa colloca sui mercati di sbocco i risultati della sua attività di trasformazione. Le imprese in questa fase cercano di collocare sul mercato di sbocco i risultati della loro attività produttiva al prezzo più favorevole possibile.


Le fasi dell’approvvigionamento e dello scambio mettono in contatto l'impresa con l'ambiente esterno mentre la fase di trasformazione è quasi sempre interna all'impresa.

Le operazioni di gestione sono collegate nel tempo, in quanto la gestione ha un andamento ciclico e nello spazio, in quanto nello stesso momento vengono attivate diverse operazioni di gestione tra loro legate da qualche interdipendenza.

Ogni azienda necessita, per l'ottenimento del prodotto/servizio offerto, di fattori produttivi individuabili nel capitale e nel lavoro. Il capitale, costituito non solo da mezzi monetari, viene investito per l'acquisto di beni e servizi utili allo svolgimento dell'attività aziendale.

Un’importante distinzione viene posta in funzione della durata di utilizzazione dei fattori produttivi:

· I fattori a fecondità ripetuta (FFR) (macchinari, automezzi, attrezzature, terreni) cedono gradualmente nel tempo la propria utilità. Il recupero dei mezzi monetari investiti per il loro acquisto avviene indirettamente, tramite il collocamento di tutti i prodotti/servizi realizzati con il loro utilizzo.

· I fattori a fecondità semplice (FFS) (materie prime e merci) cedono nel momento in cui sono utilizzati i propri servizi a vantaggio dell'attività produttiva a cui hanno partecipato. Tali fattori divengono parte dei prodotti destinati alla vendita o sono essi stesso oggetto di vendita. Il recupero dei mezzi monetari investiti nei FFS avviene direttamente con la vendita del prodotto in cui si vanno a incorporare.

Se in un momento successivo all’utilizzo del FFR si vuole assegnare un valore, tale valore prende il nome di valore residuo ed è determinato sottraendo al loro costo di acquisizione il costo di utilizzazione.
(Valore residuo a fine periodo) = (Costo di acquisizione) – (Utilizzazione o Consumo subito dallo stesso)

Invece per i FFS il valore residuo è pari al costo di acquisizione (se il FFS non è stato utilizzato) oppure è nullo (se l’utilizzo è avvenuto).

Al fattore lavoro corrisponde la figura economica del lavoratore, il cui compenso viene definito salario per il lavoro manuale e stipendio per il lavoro intellettuale.

La vita utile dei fattori produttivi è resa più breve dal manifestarsi dell'obsolescenza economica. L’obsolescenza economica può colpire: i prodotti, in quanto questi perdono attrattività sui rispettivi mercati e le strutture organizzative ed operative che diventano inidonee a consentire l’economico svolgimento di tutti o alcuni processi produttivi. Per arginare il fenomeno dell’obsolescenza andrebbero acquisiti FFR polivalenti (multitasking).

Per valutare la dotazione di risorse immateriali/invisibili si utilizzano una molteplicità d’indicatori che consentano di percepire il peso e il ruolo delle attività invisibili negli andamenti e nei risultati aziendali.

Esempio d’indicatore è l'Intangible Asset Monitor o modello del Capitale Intellettuale. Tale modello distingue tre categorie principali di risorse intangibili:

1. Competenze individuali/capitale umano. Si riferiscono a elementi quali l'esperienza, la leadership e il know- how del personale e degli individui che operano all'interno dell'organizzazione;

2. Struttura interna/capitale organizzativo. Racchiude la conoscenza dell'azienda presente in elementi quali: procedure, prassi organizzative, brevetti, sistemi informativi etc.;

3.Struttura esterna/capitale relazionale. Formata dalle relazioni che l'azienda hanno con le controparti esterne (clienti e fornitori

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